saudade...

PARA MIS AMIGOS HISPANOHABLANTES :)

MENSAJE PARA MIS AMIGOS HISPANOHABLANTES :)
Hola gente!
Esta va a ser una pequeña descripción de lo que voy a estar haciendo acá, en este espacio virtual que habla de mi Erasmus en Portugal.
Les explico: como ustedes saben, ya estoy a punto de terminar la Uni y este es mi último semestre antes de recibirme.
Parte de mi proyecto final (que básicamente se centra en el choque cultural y las dificultades a la hora de integrarse, con referencias a las funciones del cuento de Propp... si quieren más informaciones, me van diciendo jajaja) va a ser escribir un blog sobre mi experiencia de intercambio, la lengua, lo difícil de adaptarse a una nueva cultura etc etc. Es muy importante para mí, ya que esta va a ser la parte más linda y más central de todo mi proyecto :)
Decidí que cada tanto va a haber un post en castellano, cuando se me ocurra alguna cosita interesante o alguna comparacón con los países hispanohablantes que conozco (sobretodo con mi querida Argentina), para que ustedes, si es que están interesados, puedan saber que es lo que va pasando en esta tierra portuguesa :)
Un abrazo y un saludito!!

giovedì 23 giugno 2016

PAROLE PORTOGHESI

Non ho scritto per un bel po’ di tempo, me ne rendo conto, fra fine dell’anno accademico (con le sue non poche difficoltà burocratiche, delle quali parecchie sono ancora da risolvere), queima das fitas, inizio stesura della tesi e un viaggio attualmente ancora in corso ho perso un po’ la bussola per quanto riguarda il tempo. MA. Mentre organizzo meglio un post sulla settimana accademica e sulla queima, che è qualcosa di cui bisognerà assolutamente parlare, ho pensato di scrivere di un tema più leggero: le parole portoghesi più strane o difficili da capire per noi italiani. In fondo, la lingua è il primo ostacolo che incontriamo quando decidiamo di uscire di casa e mettere piede in un paese straniero; le parole sono la prima forma di comunicazione alla quale ci affidiamo per esprimere bisogni, sentimenti, domande.

Ci sono quelle che non riusciamo a pronunciare, o quelle che non riusciamo a metterci in testa. Mi ricordo ancora con affetto del mio periodo in Argentina, quando non ero assolutamente capace di ricordarmi come si dicesse “sciogliersi”. Un gelato che si scioglie, per esempio. Impossibile. “Derretirse” é stato uno dei verbi peggiori mai memorizzati. Così come altre parole più specifiche della parlata argentina, come la differenza fra, perdonatemi la bassezza delle espressioni (che sono abbastanza volgari), “estar EN pedo “ e “estar AL pedo”. Il primo significa “essere ubriaco”, il secondo “annoiarsi”, “non avere nulla da fare”. Ecco, io ho passato i primi 3 mesi a confondere gioiosamente le due espressioni. O “chamuyar”, che significa “flirtare”. E, ovviamente, il famosissimo intercalare argentino “che” (Che Guevara, non a caso, deve il soprannome al fatto che gli argentini ripetano questa parola praticamente ad ogni frase), che può essere usato per chiamare l’attenzione di qualcuno, per cambiare argomento, per enfatizzare quello che si sta per dire, praticamente é una parola jolly da usare in qualunque situazione.. ma che gli stranieri generalmente non colgono. Normalmente si dice che uno straniero in argentina é davvero integrato quando inizia a bere mate (il tipico the gaucho), comincia ad usare l’espressione “boludo/a” (una sorta di nomignolo affettuoso dalle varie sfumature di significato) e ad infilare un “che” in ogni discorso. Ma, a lasciando da parte questo breve excursus su un altro paese, passiamo a raccontare un poco quali siano le parole che dovete assolutamente sapere se state per recarvi in Portogallo.



Embora (e la sua forma abbreviata “bora”) – questa parolina é una delle più curiose che abbia mai incontrato nel corso delle mie esperienze linguistiche. Letteralmente, significa “nonostante”, “sebbene”. Ad esempio: “embora não seja muito bem feito, da pra usar” (“nonostante non sia fatto bene, si può usare”). MA. L’espressione “ir embora” significa “andarsene”, “andare via”. Quale sia il nesso logico, ce lo stiamo chiedendo tutti. E no, non é un’espressione rara: é una delle più usate dai parlanti del portoghese. “Vamos embora” (“andiamo”), o addirittura semplicemente “bora” (che significa anch’essa “andiamo”, e che può essere usata anche come domanda, “bora?” = “ce ne andiamo?”).

Giro (portoghese europeo), fixe – due espressioni fondamentali se volete comprendere o usare il portoghese colloquiale. Entrambe le parole significano che qualcosa é “cool”, che ci piace. Una vostra amica vi fa vedere il suo nuovo libro di Vergilio Ferreira (che ogni buon portoghese ama)? Commentate : “Que giro!”. I vostri compagni di corso vi chiedono un’opinione riguardo il vostro gruppo rock preferito? Assicurate loro “é fixe.” Vi invitano a uscire e vi dicono luogo e ora d’incontro? Rispondete: “Fixe”. ATTENZIONE: queste due parole sono solo del portoghese europeo (e varianti africane). In Brasile é usata la parole legal. Si usa negli stessi identici contesti, cambia solo il fatto che in Portogallo non viene usata (ma viene comunque compresa).



Bué (portoghese europeo) – Una delle migliori parole mai inventare. Queste tre sillabe servono per enfatizzare qualsiasi cosa vogliate esprimere. “Aquilo foi bué fixe!” – “That was so cool!” (Mi é sembrato che la traduzione inglese funzionasse di più di quella italiana, in cui normalmente non usiamo il pronome per riferirci a qualcosa di cui stiamo già parlando. Noi diremmo “é stato bellissimo”, “é stato fantastico”). “Estou bué cansado/a” – “sono MOLTO stanco”. “A professora é bué boa” – “la professoressa é bravissima”. “Gosto bué disso” – “Questo mi piace tantissimo”. E’ l’equivalente dell’argentino “re”, che viene usato nello stesso identico modo. ATTENZIONE: questa parola viene usata solo nel portoghese europeo e africano. In Brasile normalmente usano bem, che é quasi equivalente a “bué”: ad esempio “Esse livro é bué giro” (PT) = “Esse livro é bem legal” (BR).

Nossa!, Gente! (portoghese brasiliano) – Nonostante siano espressioni estremamente tipiche del portoghese brasiliano, mi é sembrato doveroso nominarle. Vengono usate per esprimere sorpresa, indignazione, felicità, paura... insomma, buone per qualunque occasione. “Nossa, ta quente!” – “Mio Dio, che caldo!”, “Gente, eu tava tão assustada!” – “Mamma mia, avevo così tanta paura!”, “Nossa, que linda!” – “Oh, che carina!”etc etc. In Portogallo si può usare la versione lunga di “Nossa”, che sarebbe nossa senhora! Bisogna però ammettere che non ha la stessa forza espressiva!



Pai (portoghese europeo e più specificamente ALENTEJANO) – Ok, questa parola l’ho dovuta inserire per affetto verso la regione del Portogallo dove sto vivendo, ovvero l’Alentejo. Letteralmente, “pai” significa “padre”. Tuttavia, qui nell’Alentejo profondo viene usata per chiamare l’attenzione di un compagno, normalmente un ragazzo, o anche per rivolgersi ad un pubblico immaginario quando si vuole enfatizzare particolarmente quello che si sta dicendo. “Não pode ser, pai!” – “Non puó essere!”, “Olha pai, o que vais fazer hoje?” – “Senti amico, cosa fai oggi?”.



Achar – Letteralmente, “trovare”, simile allo spagnolo “hallar” (che in Argentina e Uruguay si pronuncia esattamente come il suo equivalente portoghese). Tuttavia, viene usato come sinonimo di “credere”, “pensare”, “supporre”... un po’ come potremmo usare “trovare” in italiano, con la differenza che in portoghese “achar” viene usato comunemente nel linguaggio quotidiano e non. “Acho que o professor vai chegar atrasado” – “Credo che il professore arriverà tardi”, “Achas boa a massa?” – “Ti sembra buona la pasta?”, “Acho melhor ligar pra ela” – “Mi sembra meglio telefonarle”, “Achavas que ia ser assim?” – “Immaginavi che sarebbe stato così?” etc.

Brincar – Significa “scherzare”, ma anche “giocare”. Infatti, come possiamo dire ad un amico “Tou a brincar!” – “Sto scherzando!”, possiamo dire “Quando era pequena, sempre brincava com as bonecas” – “Quando ero piccola, giocavo sempre con le bambole”. Uno scherzo é una brincadeira (si, la parola é femminile). ATTENZIONE: non confondere con brigar, che significa “litigare”! Io all’inizio li confondevo spesso a causa del suono simile!

Chato/a – Questo aggettivo serve per definire qualcosa o qualcuno che proprio non vi va giù, che non riuscite a sopportare, qualcosa di “pesante”. Può anche essere usato per definire una situazione difficile, o che non vi piace. Ad esempio: “Ele é bué chato” – “E’ molto pesante/fastidioso”. “Chumbei no test...”, “Que chato!” – “Non ho passato l’esame..” “Que schifo/che peccato!”.

Ficar /estar chateado/a – Deriva dall’agettivo precedente. Significa, letteralmente, “infastidito”; tuttavia viene usato per definire qualunque arrabbiatura di natura non troppo funesta. “Fiquei chateado com aquilo que me dizeste” – “Mi sono arrabbiato per quello che mi hai detto”, “Tou chateado com a Margarida” – “Sono arrabbiato con Margarida”.
Ficar/ estar bravo/a – Non fatevi trarre in inganno. E’ la versione forte di chateado/a. Significa “arrabbiarsi”, “essere arrabbiato/a”. “Estou muito brava contigo por causa do que fizeste!” – “Sono molto arrabbiata con te per quello che hai fatto!”.

Perceber – Un falso amico dei peggiori. Nonostante significhi anche “percepire”, é soprattutto usato come sinonimo di “capire”, “comprendere”. “Percebes português?” – “Capisci il portoghese?”, “Ela fala tão rapido que nunca percebo nada” – “Parla cosí veloce che non capisco mai niente”. Soprattutto, in Portogallo viene usato per richiamare l’attenzione dell’interlocutore nel corso di una conversazione, usandolo come noi useremmo “capisci?”. E’ molto comune la forma colloquiale “Estás/tas a perceber?” (lett: “stai capendo?”).  “Eu não queria brigar com ele, tas a perceber?” – “Io non volevo litigare con lui, mi capisci?”, “Tens que ir falar com a coordinadora, tas a perceber?” – “Devi parlare con la coordinatrice, hai capito?”.

Queste sono solo alcune delle parole o espressioni che mi sono sembrate più interessanti o utili da condividere, ma ce ne sono molte, molte altre; é da considerare anche il fatto che ognuno di noi trova difficoltà in cose diverse, quindi ciascuno, al momento di imparare una nuova lingua, ha i suoi scolgi da superare.

Uscendo da ogni schema logico, giusto per dimostrare che imparare una lingua non é mai facile come sembra, quali sono le parole che mi é costato di più imparare?

Panela e frigideira: pentola e padella. Si, “panela” significa “pentola”.
Descascar: sbucciare.
Louça: piatti, stoviglie.
Piada: battuta, barzelletta.
Enjoada/o: con un’indigestione, o con mal di stomaco. “Estou enjoada” – “Ho mal di stomaco” (perché non ho digerito bene).
La differenza fra som, sono e sonho. Il primo é un suono, il secondo é il sonno e il terzo é il sogno. Inutile dire in quante situazioni ho lasciato perplessi i miei compagni di corso, arrivando a lezione e dichiarando con aria funebre “Estou com son” invece che “Estou com sono”.
Sutiã. “Reggiseno”. Per qualche strano motivo, ci ho messo MESI a ricordarmi questa parola.
Massa. Significa pasta. E’ stata dura accettare che per qualche strano motivo, invece che usare la parola universalmente riconosciuta, i parlanti portoghesi dicano “massa”. Il lato positivo é che, anche se dite “pasta”, vi capiranno: rideranno un poco, ma vi capiranno.

Cenoura. Carota. Vi ho detto, non c’é una logica in base alla quale non riuscissi a ricordarmi questa parola. 



PS: se trovate qualche errore di battitura, perdonatemi. Ho appena aggiornato a Windows 10 e mi hanno passato il pacchetto microsoft tutto in spagnolo, dunque il computer non mi segna gli errori in italiano... vita di uno studente di lingue.